Negli ultimi giorni, il caso dei calciatori italiani coinvolti nelle scommesse sportive ha destato l’attenzione del pubblico, con nomi come Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo della Nazionale al centro delle controversie. Nicolò Fagioli, 22 anni, è stato il primo a confessare di aver effettivamente scommesso su partite di calcio attraverso piattaforme online illegali, portando l’attenzione dei media su possibili problematiche legate al gioco d’azzardo, o come veniva chiamato in passato, ludopatia.
Il termine “ludopatia” è considerato superato da alcuni esperti che preferiscono parlare di dipendenza o disturbo da gioco d’azzardo. Claudia Mortali, ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità, spiega che la ludopatia potrebbe implicare che il problema sia il gioco stesso, mentre in realtà il focus dovrebbe essere sul disturbo, una condizione patologica che richiede trattamento.
In Italia, la dipendenza da gioco d’azzardo colpisce più di un milione e mezzo di persone, secondo i dati del 2018. Tuttavia, molti di coloro che ne soffrono non ricevono assistenza, creando una sfida per la salute pubblica. Il gioco d’azzardo è ampiamente pubblicizzato e accessibile in Italia, portando a cifre enormi nel 2022, nonostante il crescente riconoscimento del problema.
La giovane età dei calciatori coinvolti nel recente scandalo, tutti poco più che ventenni, ha sollevato preoccupazioni, specialmente per i minori. Sebbene il gioco d’azzardo sia vietato per i minori in Italia, alcuni riescono comunque a praticarlo su piattaforme illegali o autorizzate, spesso con scarso controllo.
Il numero verde istituito nel 2017 per la dipendenza da gioco d’azzardo riceve tra le 2.000 e le 3.000 chiamate all’anno, ma l’accesso ai servizi di assistenza rimane limitato. Molti giocatori non sono consapevoli della possibilità di ricevere cure gratuite, e lo stigma associato alla dipendenza può essere un ostacolo significativo.
Il problema della dipendenza da gioco d’azzardo è stato incluso nei Livelli Essenziali di Assistenza solo nel 2017, contribuendo alla scarsa consapevolezza e al limitato accesso ai servizi di trattamento. Inoltre, il cambiamento di maggioranza di governo nel 2022 ha interrotto i tentativi di regolamentare ulteriormente il settore del gioco d’azzardo.
Esiste una preoccupazione riguardo alla propensione dello Stato italiano ad aumentare il gettito da gioco d’azzardo, mettendo in secondo piano le ricadute sociali negative. Le entrate del gioco d’azzardo nel 2018 rappresentavano lo 0,6% del PIL, una cifra notevolmente superiore rispetto ad altri paesi europei.
Per contrastare la dipendenza, alcuni esperti suggeriscono di ridimensionare il settore del gioco d’azzardo anziché moltiplicarlo. Proposte come limitare gli orari di apertura dei luoghi di gioco e garantire maggiore trasparenza sui dati del settore potrebbero contribuire a mitigare il problema. Tuttavia, l’opposizione a tali misure può provenire da interessi economici locali, complicando gli sforzi per prevenire la dipendenza da gioco d’azzardo.